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Buongiorno, vorrei sapere cosa considerate quale inizio di missione effettuata treno ai fini del rimborso del pasto (quindi trasferta di almeno 8 ore). È lecito considerare il momento dell’uscita dall'ufficio per recarsi alla stazione ovvero debbo considerare inizio trasferta il momento nel quale il dipendente sale sul treno (ora di partenza del treno)? Grazie a chi vorrà rispondermi.
Guidotn

Uscita sede

an.bal ha scritto:Uscita sede

grazie an.bal , sono d'accordo con te ma credi ci sia qualcosa tipo sentenze e circolari a sostegno ?
grazie Guidotn

Se prima di andare a prendere il treno entri in ufficio a bollare credo il problema non si ponga ... se non ci passi per economizzare il tempo (ad esempio io per prendere il treno devo andare in direzione opposta rispetto a dove lavoro per cui non vado a bollare in Comune perdendo 20 minuti di tempo oltre consumare benzina per 20 km di strada, da raddoppiare quando rientro) potrebbe essere più discutibile ma ho sempre operato in questo senso

Se il domicilio è più vicino si conteggia da lì

Vedi: Aran, Orientamento applicativo RAL011

"L'art. 41, comma 2, lettera d) del CCNL del 14.9.2000 si occupa unicamente di stabilire la disciplina del compenso per lavoro straordinario in caso di trasferta, come si deduce, inequivocabilmente, dalla locuzione "a tal fine" ivi utilizzata.
In altri termini, questa norma si limita a stabilire che, in caso di trasferta, deve essere considerato lavoro straordinario solo il tempo effettivamente lavorato nella sede della trasferta ed eccedente l'orario d'obbligo giornaliero, escludendo da tale computo le ore di viaggio, tranne che nel caso degli autisti, per i quali si considera attività lavorativa anche il tempo occorrente per il viaggio e quello impiegato per la sorveglianza e la custodia del mezzo.
Pertanto, le ore di viaggio:
sono utili al fine di stabilire la durata complessiva della trasferta e corrispondere la relativa indennità (art. 41, comma 3);
sono computate nel normale orario di lavoro, nel senso che non devono essere recuperate (un dipendente inviato in trasferta in una giornata in cui è tenuto a lavorare dalle 8 alle 14, che parta alle 8 e rientri alle 14, impiegando due ore di viaggio tra andata e ritorno, non deve recuperare due ore di lavoro);
NON POSSONO ESSERE CONSIDERATE ATTIVITA' LAVORATIVA E QUINDI NON SONO UTILI AL FINE DELLO STRAORDINARIO (fatta eccezione, come già detto, per gli autisti)."

grazie a tutti, la contestazione è che il dipendente, dopo essere passato dall'ufficio per predisporre il materiale della trasferta, ha messo come inizio trasferta l'uscita dall'ufficio mentre "avrebbe" dovuto mettere l'ora di partenza del treno utilizzato. il tutto non con rilevanza sugli straordinari ma per raggiungere le 8 ore necessarie per il rimborso del pranzo richiesto con regolare fattura. sembra una barzelletta!!! quindi sto cercando qualsiasi cosa di rilevanza giuridica o di prassi consolidata per sostenere la tesi che l'inizio della trasferta corrisponde all'uscita dall'ufficio. grazie ancora a tutti

Guidotn ha scritto:grazie a tutti, la contestazione è che il dipendente, dopo essere passato dall'ufficio per predisporre il materiale della trasferta, ha messo come inizio trasferta l'uscita dall'ufficio mentre "avrebbe" dovuto mettere l'ora di partenza del treno utilizzato. il tutto non con rilevanza sugli straordinari ma per raggiungere le 8 ore necessarie per il rimborso del pranzo richiesto con regolare fattura. sembra una barzelletta!!! quindi sto cercando qualsiasi cosa di rilevanza giuridica o di prassi consolidata per sostenere la tesi che l'inizio della trasferta corrisponde all'uscita dall'ufficio. grazie ancora a tutti

La trasferta inizia dal momento in cui il dipendente lascia la sede di lavoro per recarsi presso l'altro Ente.
Ovviamente, se la stazione dista 10 minuti dalla sede e lui esce 2 ore prima dell'ora di partenza del treno per superare le 8 ore ...