PROPOSTE ANPCI

PROPOSTE ANPCI

Messaggioda manuela1965 » 28/10/2015, 15:22

Mi sembra che qualcuno abbia ancora il buon senso.

PROPONIAMO

1) Il libero convenzionamento fra i comuni AI SENSI DELL’ ART 30 DEC.LEG.VO 267/200 e/o attraverso l’applicazione dell’articolo 1 comma 557 della legge 311 del 2004: “che consente ai Comuni di servirsi dell'attività lavorativa di dipendenti a tempo pieno di altre amministrazioni locali purché autorizzati dall'amministrazione di provenienza”. Tale strumenti snelli dovrebbero essere potenziati, dato che consentono di svolgere i servizi, solo quando necessario, utilizzando, in o fuori orario, i dipendenti dagli altri Comuni con notevoli risparmi e permettendo di scegliere le professionalità migliori e non subire tout-court le professionalità esistenti nei Comuni contermini. Occorre ricordare che i servizi sono efficienti soprattutto in relazione alle professionalità.
2) La sospensione dei contributi alle unioni: se non ci sono soldi per i comuni non ci sono neanche per le unioni.
3) La revisione generale e semplificazione delle norme sugli appalti (dal 2006 ad oggi in materia è stata apportata una modifica ogni 35 giorni);
4) La revisione generale dei limiti di spesa in materia di personale che oggi penalizzano esclusivamente i piccoli Comuni virtuosi e la reintroduzione della deroga all’assunzione per i piccoli Comuni con meno di 10 dipendenti a tempo pieno indeterminato, già prevista dall’articolo 76 comma 2 del d.l. 112/2008 convertito in legge 133/2008, cassato dall’articolo 14, comma 8, d.l. 78/2010 convertito in legge 122/2010. Si dovrebbe varare un piano di redistribuzione del personale partendo dall’applicazione del DM 24/8/2014 e stabilendo che i comuni che hanno un rapporto dipendenti popolazione maggiore rispetto ai limiti imposti da tale DM, debbono mettere in mobilità il personale in esubero per assegnarlo attraverso un piano generale di redistribuzione anche agli uffici giudiziari, migliorando i tempi della giustizia, in particolare, quella civile.
5) La previsione di mansioni multiple nelle dotazioni organiche del personale soprattutto dei piccoli Comuni i quali, dovendo svolgere molte delle funzioni allo stesso modo dei grandi Comuni, non possono avere per ciascun servizio una figura professionale specifica. La giurisprudenza già riconosce, anche in assenza di normativa specifica, la possibilità di assegnare al dipendente diverse mansioni, non ascrivibili alla stessa categoria, classificando il dipendente nella categoria alla quale appartengono le mansioni prevalenti (vedi Cassazione Civile Sez. lavoro, sent. 17774 del 7-8 -2006 “….per ragioni di efficienza e di economia possono essere richieste, incidentalmente o marginalmente, attività corrispondenti a mansioni inferiori che il lavoratore è tenuto ad espletare”;
6) Deroga al patto di stabilità per i comuni sotto i 5000 abitanti, dato che a fronte di un incremento del risparmio dello 0,2% sul patto di stabilità generale dello stato, che si otterrebbe dall’applicazione del patto a tali enti, si crea un blocco generale degli investimenti dei piccoli comuni calcolato in un punto di PIL;
7) L’abolizione dell’articolo 7, comma 8, della legge n. 131/2003 che consente alle varie sezioni regionali della Corte dei Conti di esprimere pareri in materia di spesa e di personale. Tale attività ha generato negli ultimi anni un pullulare disorganico e contrastante di pareri sullo stesso argomento che, uniti ai pareri espressi per legge anche dall’ARAN e dal Ministero della Funzione Pubblica, hanno generato il caos assoluto in materia di gestione economica e giuridica del personale. Proponiamo, al fine di avere interpretazioni coerenti ed univoche, che la potestà di esprimere pareri in materia di personale ritorni al Ministero dell’Interno che da secoli conosce e segue le attività dei comuni;
8) Il mantenimento delle strutture scolastiche e dei presìdi sanitari e delle stesse caserme dell’Arma dei carabinieri favorendo agevolazioni sull’affitto;
9) Incentivi non solo per i cittadini e le attività produttive già insediate nei piccoli comuni, ma estesi in modo tale da incentivare nuovi residenti e nuovi insediamenti produttivi, anche attraverso misure di agevolazione fiscale;
manuela1965
 
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