D.M. 18 MAGGIO 2017 - SPESE NON ANDATE A BUON FINE

Buongiorno a tutti,
con la pubblicazione dell'esempio n. 11 nell'allegato A/2 al d.lgs. 118/2011, viene indicata la modalità attraverso la quale gestire le spese non andate a buon fine.
La procedura sembra piuttosto elementare nel caso in cui si dovesse procedere a regolarizzare un mandato che non contempla lo splitpayment.
1) si accerta l'importo accreditato dal tesoriere ( conto finanziario E.9.01.99.01.001);
2) si impegna lo stesso importo (conto finanziario U.7.01.99.01.001)
3) si riclassifica il mandato non andato buon fine, facendolo valere sull'impegno assunto al punto 2
4) si riemette il mandato utilizzando l'impegno originario.
Nel caso di un pagamento fattura soggetta a split, invece, c'è un punto che non mi torna.
Noi emettiamo un unico mandato per l'importo complessivo della fattura e lo assoggettiamo alla ritenuta pari all'importo dell'IVA. La ritenuta la gestiamo tramite reversale con la quale riversiamo l'importo sull'apposito accertamento preso per gestire la scissione dei pagamenti.
di conseguenza, il tesoriere, qualora il mandato non dovesse andare a buon fine, non riaccredita l'importo complessivo ma soltanto il netto, decurtato altresì anche delle commissioni che applicano su pagamenti superiori a 1.000,00 euro (come da convenzione), lasciando in ogni caso il mandato quietanzato.
dovendo accertare l'importo riaccreditato e dovendo impegnare pari importo, come faccio a riclassificare il mandato se il mandato originario era stato emesso per l'importo totale della fattura? I due importi non coincidono.
Ma soprattutto, come faccio a riemettere il mandato comprensivo di IVA se il tesoriere ci riaccredita soltanto il netto?
Mi viene da pensare che saremo costretti ad emettere due mandati: uno per l'imponibile e l'altro per l'IVA.
Ringrazio tutti coloro che parteciperanno alla discussione.
con la pubblicazione dell'esempio n. 11 nell'allegato A/2 al d.lgs. 118/2011, viene indicata la modalità attraverso la quale gestire le spese non andate a buon fine.
La procedura sembra piuttosto elementare nel caso in cui si dovesse procedere a regolarizzare un mandato che non contempla lo splitpayment.
1) si accerta l'importo accreditato dal tesoriere ( conto finanziario E.9.01.99.01.001);
2) si impegna lo stesso importo (conto finanziario U.7.01.99.01.001)
3) si riclassifica il mandato non andato buon fine, facendolo valere sull'impegno assunto al punto 2
4) si riemette il mandato utilizzando l'impegno originario.
Nel caso di un pagamento fattura soggetta a split, invece, c'è un punto che non mi torna.
Noi emettiamo un unico mandato per l'importo complessivo della fattura e lo assoggettiamo alla ritenuta pari all'importo dell'IVA. La ritenuta la gestiamo tramite reversale con la quale riversiamo l'importo sull'apposito accertamento preso per gestire la scissione dei pagamenti.
di conseguenza, il tesoriere, qualora il mandato non dovesse andare a buon fine, non riaccredita l'importo complessivo ma soltanto il netto, decurtato altresì anche delle commissioni che applicano su pagamenti superiori a 1.000,00 euro (come da convenzione), lasciando in ogni caso il mandato quietanzato.
dovendo accertare l'importo riaccreditato e dovendo impegnare pari importo, come faccio a riclassificare il mandato se il mandato originario era stato emesso per l'importo totale della fattura? I due importi non coincidono.
Ma soprattutto, come faccio a riemettere il mandato comprensivo di IVA se il tesoriere ci riaccredita soltanto il netto?
Mi viene da pensare che saremo costretti ad emettere due mandati: uno per l'imponibile e l'altro per l'IVA.
Ringrazio tutti coloro che parteciperanno alla discussione.