split payment e lavori pubblici

DA INTENET TROVO IL SEGUENTE QUESITO E RISPOSTA
Il testo del quesito:
“Ho chiesto alla Ragioneria generale dello Stato (rgs.spesaoperepubbliche@tesoro.it) se lo ‘split payment’ si applica anche alle fatture relative ai lavori pubblici e con una breve nota mi hanno risposto che ‘la normativa sullo split payment si applica solo alle fatture per beni e servizi’, consigliandomi di ‘consultare periodicamente il sito www.rgs.mef.gov.it in particolare l’area ‘Spesa per le opere pubbliche’ e all’interno ‘Faq -Risposte alle domande frequenti’ per reperire le informazioni di natura normativa e tecnica-operativa e i relativi aggiornamenti’. Che ne pensate?”
La risposta dei ns. esperti
Ricordando che siamo in attesa del Decreto Mef che dovrebbe, tra le altre cose, fare chiarezza sull’ambito oggettivo e soggettivo del comma 629 dell’art. 1 della Legge n. 190/14 (c.d. “Legge di Stabilità 2015”), precisiamo che, in generale, gli appalti di lavori rientrano tra le prestazioni di servizio (ai fini Iva, gli artt. 2 e 3 del Dpr. n. 633/72 distinguono infatti soltanto 2 casistiche: cessioni di beni e prestazioni di servizio e non contemplano altre ipotesi) e, quindi, sono da ricomprendere a ns. avviso anch’essi nello “split payment” (tutti i casi tranne, eventualmente, gli appalti commissionati nell’ambito di un servizio rilevante Iva, per i quali la fatturazione potrebbe rientrare nel regime del “reverse charge“ e non quindi nello “split payment”, qualora – ma questo è un altro punto da chiarire – la nuova casistica prevista dallo stesso comma 629 sopra citato riferita al “completamento degli edifici” ricomprenda anche lavori di questo tipo.
Al riguardo, qualche commentatore ha ricompreso in tal definizione tutti gli interventi su edifici afferenti la costruzione e non anche interventi manutentivi o di ristrutturazione e risanamento, limitando le casistiche ad interventi su “edifici”, definizione più restrittiva rispetto a quella di immobili ed opere pubbliche).
Posto che ad oggi non risultano essere state diffuse ulteriori indicazioni, neanche tra le citate Faq della Ragioneria generale dello Stato dedicate alla spesa per opere pubbliche, si ritiene che – nelle more di una eventuale interpretazione diversa del Mef nell’ambito del Decreto atteso o di qualche chiarimento di prassi ministeriale – l’applicazione dello “split payment” anche al caso di specie rappresenti per il Comune una soluzione corretta dal punto di vista normativo per quanto sopra espresso e comunque prudenziale, quindi da seguire.
E' PACIFICO CHE LO SPLIT SI APPLICHI ANCHE AL PAGAMENTO DEI LAVORI PUBBLICI ?
Il testo del quesito:
“Ho chiesto alla Ragioneria generale dello Stato (rgs.spesaoperepubbliche@tesoro.it) se lo ‘split payment’ si applica anche alle fatture relative ai lavori pubblici e con una breve nota mi hanno risposto che ‘la normativa sullo split payment si applica solo alle fatture per beni e servizi’, consigliandomi di ‘consultare periodicamente il sito www.rgs.mef.gov.it in particolare l’area ‘Spesa per le opere pubbliche’ e all’interno ‘Faq -Risposte alle domande frequenti’ per reperire le informazioni di natura normativa e tecnica-operativa e i relativi aggiornamenti’. Che ne pensate?”
La risposta dei ns. esperti
Ricordando che siamo in attesa del Decreto Mef che dovrebbe, tra le altre cose, fare chiarezza sull’ambito oggettivo e soggettivo del comma 629 dell’art. 1 della Legge n. 190/14 (c.d. “Legge di Stabilità 2015”), precisiamo che, in generale, gli appalti di lavori rientrano tra le prestazioni di servizio (ai fini Iva, gli artt. 2 e 3 del Dpr. n. 633/72 distinguono infatti soltanto 2 casistiche: cessioni di beni e prestazioni di servizio e non contemplano altre ipotesi) e, quindi, sono da ricomprendere a ns. avviso anch’essi nello “split payment” (tutti i casi tranne, eventualmente, gli appalti commissionati nell’ambito di un servizio rilevante Iva, per i quali la fatturazione potrebbe rientrare nel regime del “reverse charge“ e non quindi nello “split payment”, qualora – ma questo è un altro punto da chiarire – la nuova casistica prevista dallo stesso comma 629 sopra citato riferita al “completamento degli edifici” ricomprenda anche lavori di questo tipo.
Al riguardo, qualche commentatore ha ricompreso in tal definizione tutti gli interventi su edifici afferenti la costruzione e non anche interventi manutentivi o di ristrutturazione e risanamento, limitando le casistiche ad interventi su “edifici”, definizione più restrittiva rispetto a quella di immobili ed opere pubbliche).
Posto che ad oggi non risultano essere state diffuse ulteriori indicazioni, neanche tra le citate Faq della Ragioneria generale dello Stato dedicate alla spesa per opere pubbliche, si ritiene che – nelle more di una eventuale interpretazione diversa del Mef nell’ambito del Decreto atteso o di qualche chiarimento di prassi ministeriale – l’applicazione dello “split payment” anche al caso di specie rappresenti per il Comune una soluzione corretta dal punto di vista normativo per quanto sopra espresso e comunque prudenziale, quindi da seguire.
E' PACIFICO CHE LO SPLIT SI APPLICHI ANCHE AL PAGAMENTO DEI LAVORI PUBBLICI ?