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"Baratto amministrativo"

MessaggioInviato: 08/09/2015, 17:29
da oliviero.tidu
A seguito di una mozione presentata in consiglio sto approfondendo la norma contenuta dell’articolo 24 del d.l. 2014/133 (correntemente definita “baratto amministrativo”). Chiaramente ho visionato alcuni regolamenti comunali sull’argomento e devo dire che ho notevoli perplessità. Un primo grosso dubbio è relativo alla possibilità che sia il Comune a predisporre un progetto per la cui realizzazione chiama cittadini offrendo una riduzione di tributi. Mi pare che la norma dica tutt’altro: Il comune può predisporre un regolamento che detta criteri e condizioni di attuazione di progetti proposti da cittadini (singoli o associati). Invertire i ruoli mi pare fuori dalla norma e, oltretutto, piuttosto pericoloso sotto l’aspetto della responsabilità del Comune e dell’inquadramento del rapporto. Mi spiego, un conto è consentire ad un gruppo di cittadini, che ne facciano richiesta, di ripulire un immobile comunale in stato di abbandono e di utilizzarlo come centro sociale aperto alla comunità, stabilendo le regole con cui tale progetto va realizzato e i controlli cui tale realizzazione è soggetta (eventualmente, ma non necessariamente, stabilendo anche riduzioni tributarie), tutt’altra cosa è prendere un progetto comunale di riqualificazione dello stesso immobile e chiamare, magari scorrendo una graduatoria stilata in base a parametri ISEE, dei cittadini a fare il lavoro sotto la direzione di un tecnico comunale degli spiazzi incolti nel loro quartiere, dando in contropartita sostanzialmente automatica una riduzione di tributi. A me sembra che, in mancanza di una previsione normativa esplicita (che non c’è in quanto si parla chiaramente di progetti presentati dai cittadini e non prodotti dal Comune), si corra il rischio di scivolare in un rapporto di lavoro dipendente mascherato, oltretutto pagato in modo improprio.