da robespierre » 27/01/2015, 14:34
proprio in questi giorni su Palazzo Chigi è arrivata da Bruxelles una tegola che potrebbe riaprire la partita: la Commissione, secondo il quotidiano di Confindustria, ha fatto sapere al governo che dirà no alla possibilità di estendere la reverse charge, l’inversione contabile per cui l’Iva viene pagata allo Stato direttamente all’acquirente e non dal venditore, ai fornitori della grande distribuzione. Una misura pensata per ridurre l’evasione dell’imposta sul valore aggiunto, ma che ha subito provocato le proteste di Federalimentare, secondo cui in questo modo lo Stato esige dalle imprese un “prestito forzoso” che non si sa in che tempi sarà restituito. Poco importa, perché, appunto, l’Europa ha già espresso la propria opposizione. D’altro canto nel 2006 anche Germania e Austria hanno incassato un rifiuto all’inversione, che confligge con la direttiva europea sull’Iva. Peccato che l’Italia abbia già “usato” i 730 milioni di entrate aggiuntive previste per finanziare la riduzione aggiuntiva del deficit (dal 2,9 al 2,6% del Pil) decisa a fine ottobre. E peccato che quelle entrate, se verranno meno, saranno sostituite da un ulteriore aumento delle imposte sui carburanti pronto a scattare fin dall’1 luglio. Per di più, se a questa decisione dovesse aggiungersi anche un no allo split payment - altro meccanismo contabile anti-evasione in forza del quale dall’1 gennaio la pubblica amministrazione paga l’Iva direttamente all’erario e non alle imprese fornitrici – le risorse da recuperare saliranno a oltre 1,7 miliardi. E le accise schizzeranno alle stelle.