Proprio ieri si è affrontato, ad un corso, questo problema.
Se stai parlando di un residuo lasciato appositamente come tale (e quindi residuo in senso proprio) in occasione del riaccertamento straordinario (chiamiamolo proprio e "sopravvissuto"

al riaccertamento straordinario, la risposta è no.
Non vedo cos'altro potrebbe essere, poichè i residui portati nel 2015, o sopravvivevano come tali nell'EPF originale, o andavano in avanzo libero, o avanzo vincolato, o FPV. Che sono tutt'e tre categorie, più o meno speciali, dell'avanzo.
Se, come immagino, si tratta di impegno perfezionato e originariamente ritenuto scaduto nel 2014 (e ora si prende atto che non è in realtà scaduto in quell'anno), ci sono delle alternative, ma anticipo: nessuna è davvero corretta:
a) lo cancelli e rifai l'impegno nel 2016 (la scorrettezza contabile è che non lo fai transitare attraverso l'FPV negli anni)
b) lo lasci a residuo (è scorretto perchè l'anno di imputazione dovrebbe essere un altro)
Se invece parliamo di impegno non perfezionato, beh, per analogia e per differenza puoi ricalcare la soluzione dalle righe precedenti, con l'appunto che possono essere soluzioni più o meno corrette, ma mai assolutamente corrette.
Proprio per questo trattavasi di riaccertamento straordinario una tantum.
Si confida nella clemenza della Corte dei conti e altri, e vorrei proprio vedere se e in che misura si metteranno a rincorrere i lapsus dei Comuni che hanno fatto errori come il vostro.
Da un lato benvenga, così si ipersatureranno anche loro e dovranno rassegnarsi al fatto che anche loro sono troppo pochi per fare tutto. Il delirio trasborderà dal nostro al loro lavoro e forse si inizierà a parlare un linguaggio comune. Forse eh.
Saluti.