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Buongiorno,
il proprietario di alcune particelle di terreno edificabile contesta il valore ai fini IMU attribuito dal comune in quanto la gran parte delle proprie aree si trova tra edifici già costruiti e, rispettando le distanze dai confini e dagli edifici presenti, non possibile edificare. Il valore dell'area quindi sarebbe solo di tipo commerciale (vendere la volumetria) oppure vendere al vicino che potrebbe ampliare l'edificio esistente.

Vorrei sapere se secondo voi per il passato valgono comunque i valori IMU approvati e se per il futuro è possibile una riduzione (ad esempio del 50%) per le aree che, per conformazione delle stesse e degli edifici vicini, non permettono una completa edificabilità.

Vincoli alla possibilità di edificare incidono senza dubbio sul valore venale.
Ad esempio
http://www.italgiure.giustizia.it/xway/ ... .clean.pdf
Quindi, secondo me, il contribuente ha ragione nel richiedere una riduzione del valore venale.

Di solito ne parlo con ns. Responsabile Ufficio Tecnico, che determina i valori venali ogni anno, e cerchiamo di definire una riduzione percentuale del valore (una volta con accertamento con adesione, adesso con eventuale proposta di mediazione/reclamo art. 17-bis del D. Lgs. 546/1992, se sono stati emessi avvisi di accertamento). Se le possibilità edificatorie sono veramente ridotte, la riduzione sarà molto alta.

Metodo forse discutibile ma non ho trovato altre soluzioni per evitare contenziosi sicuri.