Pagina 1 di 1

Pubblicità e suolo pubblico, canone unico incognita

MessaggioInviato: 21/10/2019, 11:38
da ullifa
VOI NE SAPETE QUALCOSA?

https://quotidianoentilocali.ilsole24or ... id=AC4nn9s


...Dal 2020 prova a entrare in scena il nuovo canone patrimoniale per la pubblicità, per il suolo pubblico e per le aree mercatali, che dovrebbe sostituire l’intero comparto dei tributi “minori”, in particolare l’imposta comunale sulla pubblicità, la Tosap e i prelievi alternativi (Cosap, Cimp), nonché la Tari giornaliera

Re: Pubblicità e suolo pubblico, canone unico incognita

MessaggioInviato: 21/10/2019, 13:59
da lucio guerra
al momento no... personalmente.. ma penso nemmeno loro che la devono ancora scrivere

cmq vedremo i testi ufficiali se ci saranno

Re: Pubblicità e suolo pubblico, canone unico incognita

MessaggioInviato: 22/10/2019, 12:21
da lucio guerra
il problema è sempre lo stesso

non capiscono che la miglior semplificazione E' STARE FERMI e non andare a stravolgere le cose che funzionano, almeno quelle,

ma ormai dopo tanti anni di impiego pubblico rinuncio a qualsiasi ulteriore valutazione

dalle mie parti si dice "lego l'asino dove vuole il padrone"

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Molto problematica è poi la previsione secondo cui l’occupante l’area mercatale dovrà utilizzare la piattaforma del PagoPa prevista dall’articolo 5 del Dlgs 82/2005. È come dire che l’agricoltore o il commerciante ambulante che frequenta l’area mercatale, prima di allestire il banco (cioè alle 6 di mattina) deve pagare utilizzando la piattaforma. Ciò comporterà un’oggettiva evasione per l’impossibilità di provvedere con le modalità sopra indicate.

Peraltro è difficile se non impossibile immaginare che i Comuni e i soggetti affidatari dei servizi possano adeguare nel breve volgere di qualche mese i software finora utilizzati.

Questa impossibilità obbligherà gli enti locali a esternalizzare il servizio, data l’assenza cronica di risorse umane e finanziarie per provvedervi nei tempi imposti dalla riforma ovvero con decorrenza da gennaio 2020.

Inoltre la possibilità di affidare il nuovo canone ai concessionari che già operano per i Comuni appare foriera di contenzioso perché presuppone che si verifichino condizioni economiche «più favorevoli per l’ente affidante», anziché perseguire il riequilibrio contrattuale tra le parti.

Insomma, pur se ispirata da esigenze di semplificazione, la scelta di introdurre un nuovo canone di concessione appare inopportuna perché finisce per stravolgere un comparto piuttosto stabile, creando confusione per enti locali ed operatori, peraltro in un periodo di importanti cambiamenti sul fronte della fiscalità locale (unificazione Imu-Tasi) e della riscossione coattiva.