Diritto di abitazione ex art. 540 c.c.

Inviato:
21/08/2015, 10:23
da amcdl
Due coniugi sono usufruttuari al 50% di un fabbricato di abitazione e proprietario è il figlio. Successivamente al decesso di un coniuge dagli atti catastali risulta quanto segue:
coniuge superstite: usufrutto 50%;
figlio: nuda proprietà 50% e proprietario per il 50%.
Ai fini ICI è corretto che il coniuge supersite abbia dichiarato il diritto di abitazione ex art. 540 c.c. oppure spettava dichiarare al figlio il 50% relativamente alla propria quota di proprietà? L'art.540 si riferisce alla casa di abitazione se di proprietà del coniuge o comuni. In questo caso erano usufruttuari. Grazie
Re: Diritto di abitazione ex art. 540 c.c.

Inviato:
21/08/2015, 11:19
da Paolo Gros
L'IMU deve essere pagata e dichiarata al 100% dal coniuge superstite che per diritto di abitazione, in qualità di coniuge superstite, continua ad abitare nell'immobile. Nulla è dovuto dal figlio.
Re: Diritto di abitazione ex art. 540 c.c.

Inviato:
22/08/2015, 17:28
da lucio guerra
DIRITTO D’ABITAZIONE CONIUGE SUPERSTITE ART.540 CC IN CASO DI USUFRUTTO
l'art.540 del cc stabilisce il diritto d'abitazione nel caso in cui la casa adibita a residenza familiare sia di proprietà del defunto o comuni e pertanto non viene citato altro diritto reale di godimento
Art. 540 – Codice Civile
A favore del coniuge è riservata la metà del patrimonio dell’altro coniuge, salve le disposizioni dell’Art. 542 per il caso di concorso con i figli. Al coniuge, anche quando concorra con altri chiamati, sono riservati i diritti di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare, e di uso sui mobili che la corredano, se di proprietà del defunto o comuni.
Tali diritti gravano sulla porzione disponibile e, qualora questa non sia sufficiente, per il rimanente sulla quota di riserva del coniuge ed eventualmente sulla quota riservata ai figli.
Il diritto d'usufrutto viene a cessare con la morte dell’usufruttuario, pertanto non può ritenersi applicabile l’articolo 540, comma 2, Codice civile – che prevede il diritto di abitazione a favore del coniuge superstite – in quanto esso presuppone che la casa adibita a residenza familiare fosse «di proprietà del defunto o in comune».