Buongiorno,
Sono un dipendente del Ministero dell'Interno (Vigili del Fuoco) in attesa di diventare Papà di due gemellini a Marzo 2020. Mia moglie è Lavoratrice autonoma ormai da diversi anni, inscritta all'INPS.
Dopo lunga ricerca ed attento esame del T.U., ancora non riesco a capire se il congedo di paternità spetta al padre lavoratore dipendente come nel mio caso. Ho formulato una domanda scritta all'ufficio Personale della mia sede che l'ha prontamente girata all'ufficio giuridico del Ministero ricevendo, al momento, una risposta telefonica negativa. Seguirà ovviamente un quesito scritto al quale dovrà seguire poi una risposta ufficiale da parte del Ministero.
Mia moglie nel frattempo ha contattato diverse volte l'INPS specificando con dettaglio la nostra posizione e l'istituto di previdenza ha sempre risposto, senza alcuna esitazione, che il congedo di Paternità mi spetta senza alcun dubbio.
Infatti le hanno spiegato che il comma 1-bis dell'art.28 va interpretato come un'estensione alle condizioni già previste per cui si può concedere il congedo di paternità, e cioè in caso di morte, abbandono, affido e grave infermità della madre. Quindi il comma 1-bis aggiunge un'altra condizione che tutela anche le lavoratrici autonome che non rientrano nelle gravi posizioni di cui sopra. (comma 1), dando la possibilità di concedere la paternità per tutti i 5 mesi al padre (2+3, 1+4 oppure 5 dopo il parto).
A questo punto vi chiedo gentilmente un chiarimento in merito a questa situazione in modo da potermi muovere in tempo e formulare la migliore richiesta per tutelare i miei diritti.
Grazie.