dimissioni da responsabile del procedimento

Buongiorno,
sono un funzionario tecnico di livello D1, sto cercando informazioni attendibili riguardo la possibilità o meno di dimettersi da un incarico di responsabile del procedimento (non RUP, non si tratta di appalti ma di una altra tipologia di procedimento amministrativo).
L'incarico mi è stato conferito (senza alcuna previsione di indennità economica) dal direttore della struttura di appartenenza (un piccolo ufficio periferico) l'anno scorso, mediante determinazione. Ora, il suddetto direttore è andato in pensione a fine anno, e contestualmente io da inizio del nuovo anno sono passata in regime di part time verticale al 50%. Siamo quindi in una situazione di mancanza di figura apicale nella struttura (le carte dell'ordinaria amministrazione vengono firmate da un Direttore Regionale a Roma), e al tempo stesso io, con un regime orario dimezzato, mi ritrovo formalmente ad avere lo stesso carico di lavoro e responsabilità che avevo in regime di tempo pieno, il che è francamente insostenibile.
In particolare la tipologia di procedimento di cui sono responsabile necessiterebbe di una presenza più costante in ufficio, mentre io sono presente solo due giorni a settimana. Finora ho atteso la promessa imminente nomina di un nuovo direttore, per la quale vi sono alcune difficoltà evidentemente di non facile soluzione, visto che tale nomina viene comunicata come imminente da 8 mesi ormai... E comincio ad essere preoccupata del fatto di avere un incarico formale di responsabilità in una situazione in cui mi è impossibile seguire i procedimenti come sarebbe necessario, anche a causa di situazioni conflittuali interne all'ufficio che complicano la gestione del lavoro e richiedono un controllo assiduo.
Sto pensando quindi di scrivere al Direttore Regionale (che di fatto al momento è il mio apicale di riferimento) rassegnando le dimissioni dall'incarico di RP, con la motivazione del passaggio al regime di part time, ma vorrei assicurarmi di quale sia l'efficacia di una tale iniziativa: è sufficiente comunicare (in modo palesemente motivato) la propria impossibilità ad espletare tale incarico? Oppure resto comunque incaricata fino a nuova determinazione? Considerate che l'ufficio dove lavoro è assegnato ad un funzionario di pari livello ma incaricato di responsabile di servizio (benché, anche in questo caso, senza PO ma con una indennità di tipo molto inferiore alla PO); quindi, nel dimettermi dall'incarico, questo ricadrebbe automaticamente sul responsabile di servizio, non rimarrebbe comunque vacante.
Ho letto perfino di una norma recente in materia di appalti che renderebbe impossibile rifiutare l'incarico di RUP, ma trattasi appunto di RUP, ossia una materia che ha una normativa a sé, per cui la mia sensazione è che non possa applicarsi tale norma al mio caso.
Mi rendo conto che è una situazione atipica ma proprio per questo mi sarebbe utile un confronto mentre cerco ulteriori fonti normative.
Grazie
sono un funzionario tecnico di livello D1, sto cercando informazioni attendibili riguardo la possibilità o meno di dimettersi da un incarico di responsabile del procedimento (non RUP, non si tratta di appalti ma di una altra tipologia di procedimento amministrativo).
L'incarico mi è stato conferito (senza alcuna previsione di indennità economica) dal direttore della struttura di appartenenza (un piccolo ufficio periferico) l'anno scorso, mediante determinazione. Ora, il suddetto direttore è andato in pensione a fine anno, e contestualmente io da inizio del nuovo anno sono passata in regime di part time verticale al 50%. Siamo quindi in una situazione di mancanza di figura apicale nella struttura (le carte dell'ordinaria amministrazione vengono firmate da un Direttore Regionale a Roma), e al tempo stesso io, con un regime orario dimezzato, mi ritrovo formalmente ad avere lo stesso carico di lavoro e responsabilità che avevo in regime di tempo pieno, il che è francamente insostenibile.
In particolare la tipologia di procedimento di cui sono responsabile necessiterebbe di una presenza più costante in ufficio, mentre io sono presente solo due giorni a settimana. Finora ho atteso la promessa imminente nomina di un nuovo direttore, per la quale vi sono alcune difficoltà evidentemente di non facile soluzione, visto che tale nomina viene comunicata come imminente da 8 mesi ormai... E comincio ad essere preoccupata del fatto di avere un incarico formale di responsabilità in una situazione in cui mi è impossibile seguire i procedimenti come sarebbe necessario, anche a causa di situazioni conflittuali interne all'ufficio che complicano la gestione del lavoro e richiedono un controllo assiduo.
Sto pensando quindi di scrivere al Direttore Regionale (che di fatto al momento è il mio apicale di riferimento) rassegnando le dimissioni dall'incarico di RP, con la motivazione del passaggio al regime di part time, ma vorrei assicurarmi di quale sia l'efficacia di una tale iniziativa: è sufficiente comunicare (in modo palesemente motivato) la propria impossibilità ad espletare tale incarico? Oppure resto comunque incaricata fino a nuova determinazione? Considerate che l'ufficio dove lavoro è assegnato ad un funzionario di pari livello ma incaricato di responsabile di servizio (benché, anche in questo caso, senza PO ma con una indennità di tipo molto inferiore alla PO); quindi, nel dimettermi dall'incarico, questo ricadrebbe automaticamente sul responsabile di servizio, non rimarrebbe comunque vacante.
Ho letto perfino di una norma recente in materia di appalti che renderebbe impossibile rifiutare l'incarico di RUP, ma trattasi appunto di RUP, ossia una materia che ha una normativa a sé, per cui la mia sensazione è che non possa applicarsi tale norma al mio caso.
Mi rendo conto che è una situazione atipica ma proprio per questo mi sarebbe utile un confronto mentre cerco ulteriori fonti normative.
Grazie