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Nel nostro Comune, con delibera Giunta Comunale, è stato disposto un'adeguamento organizzativo delle aree (Area Amministrativa/Finanziaria) con assegnazione di una parte dell'orario di lavoro (6 ore) di un dipendente a supporto dell'Ufficio tributi (nella fattispecie Agente di Polizia Municipale), peraltro inserito nella stessa macro area - ufficio Polizia Municipale.
Nella deliberazione il dipendente è stato precisamente individuato con nome, cognome, titolo di studio (ragioniere) ed inquadramento contrattuale, e nel disposto della deliberazione, è stato dato incarico al responsabile del servizio dell'Area interessata ai fini dell'adozione dei provvedimenti organizzativi conseguenti.
Trattandosi nella fattispecie di un'atto di "micro organizzazione", si chiede di conoscere come si concili l'assunzione di un'atto deliberativo da parte della Giunta Comunale in forma così dettagliata con il disposto di cui all'art. 5 del D.Lgs. 165/2001.
Si chiede inoltre di conoscere quale, sia in merito alle problematiche esposte (trattandosi nella fattispecie di un atto a carico di un'Agente di Polizia Municipale), il significato dell'art. 70, comma 2° del D.Lgs. 165/2001, nella parte in cui dispone "Restano ferme le disposizioni di cui........alla Legge 7 marzo 1986 n. 65 sull'ordinamento della Polizia Municipale.

si tratta di mobilita' interna e pur non conoascendo a fondo le problematiche che la hanno generato parrebbe per come esposta legittima

Il dubbio è che nella fattispecie si tratta di un Agente di Polizia Municipale e quindi con attribuzione di mansioni non certamente equivalenti a quelle svolte ed alla professionalità acquisita; e quale sia il collegamento tra il disposto dell'art. 5 del D.Lgs. 165/2001 e l'art. 70, comma 2° della stessa norma che dispone " "Restano ferme le disposizioni di cui........alla Legge 7 marzo 1986 n. 65 sull'ordinamento della Polizia Municipale";

temo che in tali casi il solo giudice del lavoro possa decidere