Criteri di calcolo e distibuzione della "produttività pura".

Siamo in fase di contrattazione per il rinnovo del contatto decentrato aziendale.
L'Ente ha proposto di effettuare la distribuzione della c.d. “produttività pura” (cioè il solo calcolo dell’importo da corrispondere ad ogni dipendente) in base al risultato della valutazione ottenuto parametrato alle ore effettivamente lavorate nell’anno, senza contare come presenza in servizio altre assenze giustificate.
La parte sindacale invece propone di considerare come presenza in servizio teorica anche le assenze per ferie, maternità obbligatoria, permessi L. 104, donazione sangue ed altri istituti simili.
Si precisa che il sistema di valutazione vigente (la c.d. scheda di valutazione) non tiene conto delle assenze o presenza in servizio, ma il dipendente viene valutato su parametri oggettivi e per tutto il periodo in servizio nell’anno.
A parere dell’Ente la proposta sindacale snatura il senso del contributo che ogni dipendente apporta al “miglioramento dei servizi”, perché se non è in servizio non può certamente contribuire al “miglioramento dei servizi” ed inoltre il dipendente viene comunque valutato per tutto l’anno.
Quale delle due interpretazioni sia corretta ed, eventualmente, che strumenti ha l’Ente per far valere la sua?
Grazie.
L'Ente ha proposto di effettuare la distribuzione della c.d. “produttività pura” (cioè il solo calcolo dell’importo da corrispondere ad ogni dipendente) in base al risultato della valutazione ottenuto parametrato alle ore effettivamente lavorate nell’anno, senza contare come presenza in servizio altre assenze giustificate.
La parte sindacale invece propone di considerare come presenza in servizio teorica anche le assenze per ferie, maternità obbligatoria, permessi L. 104, donazione sangue ed altri istituti simili.
Si precisa che il sistema di valutazione vigente (la c.d. scheda di valutazione) non tiene conto delle assenze o presenza in servizio, ma il dipendente viene valutato su parametri oggettivi e per tutto il periodo in servizio nell’anno.
A parere dell’Ente la proposta sindacale snatura il senso del contributo che ogni dipendente apporta al “miglioramento dei servizi”, perché se non è in servizio non può certamente contribuire al “miglioramento dei servizi” ed inoltre il dipendente viene comunque valutato per tutto l’anno.
Quale delle due interpretazioni sia corretta ed, eventualmente, che strumenti ha l’Ente per far valere la sua?
Grazie.