CCC ha scritto:Nessun parere?
Ha fatto riferimento a un articolo del 2017, gli orientamenti più recenti sono diversi:
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 29 novembre 2022, n. 35108
A conclusione del giudizio la Corte di Cassazione enuncia i seguenti princìpi di diritto in tema di procedure di mobilità ex art. 30, comma 1, del d.lgs. 165/2001:
- “… la P.A. procedente, anche nell’ipotesi in cui vi sia un solo concorrente per il posto da coprire, deve comunque v
erificare, nel rispetto dei principi di correttezza e buona fede, che il candidato possieda in concreto i requisiti e le competenze professionali previamente indicati nel bando”.
- “… il bando può prevedere che il superamento di tale procedura sia subordinato all’attribuzione di un punteggio minimo e che questo sia assegnato tenendo conto sia del curriculum dei concorrenti sia dell’esito di un colloquio con questi ultimi, e ciò anche qualora vi sia un unico candidato da esaminare”.
- “… in presenza di un avviso al pubblico che lasci alla P.A. un margine di discrezionalità nella definizione della procedura, l’illegittimità dello stesso avviso per violazione di legge, della contrattazione collettiva o dei principi di correttezza o buona fede consente al dipendente che contesti gli esiti del suo giudizio di idoneità di invocare eventualmente una tutela risarcitoria, con richiesta di condanna alla riparazione per equivalente del pregiudizio sofferto sub specie di danno da perdita di chance, ma non di ottenere l’assegnazione, in forma specifica, dell’incarico oggetto delle dette procedure, a meno che non sia l’originario avviso pubblico di selezione ad adottare meccanismi vincolanti di attribuzione dei punteggi, escludendo ogni sorta di discrezionalità dell’amministrazione”.
Nessun ente può trovarsi obbligato ad assumere per mobilità un soggetto che ha astrattamente i requisiti per rivestire la qualifica (requisiti accertati magari molti anni prima e chissà sulla base di quali criteri), ma che si dimostra inadatto al ruolo specifico, per il solo fatto che è l’unico candidato. I magistrati sono stati molto chiari: una diversa interpretazione delle norme inficerebbe l’efficienza e il buon andamento della pubblica amministrazione (quindi assistiti da garanzie costituzionali) e violerebbe il diritto del datore di lavoro di scegliere i propri dipendenti.
L’obiettivo della selezione non è dare la possibilità di cambiare posto di lavoro a dipendenti di altri enti, bensì di soddisfare nel miglior modo possibile un’esigenza di copertura di un posto vacante, se sussiste un candidato idoneo.
kkk1972
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