da lucio guerra » 08/05/2015, 14:26
Bilanci comunali al 30 luglio
I bilanci dei comuni slittano ancora. La dead line si sposta dal 31 maggio al 30 luglio a causa delle tante incognite che ancora pesano sui conti dei sindaci. Il negoziato tra Anci e governo sul rifinanziamento del fondo Imu-Tasi di 625 milioni va infatti per le lunghe e poi ci sono le elezioni alle porte che vedranno al voto 1.065 municipi. L’Associazione dei comuni ha chiesto, e ottenuto dal governo, il rinvio dei preventivi nella Conferenza stato-città di ieri, in attesa che si raggiunga un’intesa tra le parti in grado di sbloccare anche l’approvazione del decreto leggi sugli enti locali ormai in fase di gestazione da mesi. La richiesta di un’ulteriore proroga, per l’Anci, non è stata, come sempre, una scelta facile. Ma il rischio che molti enti ritardatari si ritrovassero dopo il 31 maggio in esercizio provvisorio era una prospettiva da evitare a tutti i costi. «Gestire i bilanci per dodicesimi è un problema prima di tutto per i comuni che ad oggi non sono nelle condizioni di operare in quadro normativo e finanziario di regolarità», ha commentato il presidente Anci Piero Fassino. Ma a prendere le distanze dalla gestione in dodicesimi è stato anche il sottosegretario al ministero dell’interno Gianpiero Bocci. Parlando in audizione davanti alla commissione bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale, Bocci ha parlato apertamente di «un utilizzo distorto che numerosi amministratori hanno fatto negli ultimi anni» dell’istituto dell’esercizio provvisorio. Il che spinge «a un suo ricorso solo se veramente necessitato e per meno tempo possibile». Illustrando in Bicamerale i meccanismi di riparto del Fondo di solidarietà comunale per il 2015, Bocci ha certificato un dato apparso evidente nei fatti, ma non ancora del tutto nei numeri. E cioè che nel 2015 il Fondo di solidarietà che verrà distribuito ai comuni sarà di 4,378 miliardi di euro, inferiore per circa 340 milioni alla quota di alimentazione dello stesso attraverso l’Imu ad aliquota base da parte dei comuni (gli enti contribuiscono con il 38,22% del gettito, pari a 4,718 miliardi). La differenza, pari a 340 milioni di Imu pagata dai cittadini in circa 650 comuni, sarà direttamente acquisita al bilancio dello Stato. E a pagare saranno soprattutto i comuni del Nord Italia, penalizzati anche dall’altra novità di quest’anno, ossia la ridistribuzione del 20% del Fondo sulla base dei fabbisogni standard e della capacità fiscale. Un correttivo che, come ammesso dal sottosegretario, ha avuto un «effetto frullatore, non prevedibile per i singoli enti che porta, per il 2015, per alcuni a compensare in parte le riduzioni di risorse e per altri ad aumentare le perdite, rispetto all’anno scorso». Tanto che, ha rivelato Bocci, il ministero starebbe pensando ad un innalzamento della quota del 20% (l’ipotesi sarebbe il 40% per il 2016) «sul presupposto che tale manovra abbia un effetto perequativo».