30/11/2015 - Il Sole 24 Ore
Nel 2016 non sarà più possibile istituire nuovi tributi, come l’imposta di soggiorno o
l’addizionale comunale Irpef, nei Comuni che non li hanno finora previsti. È questo
l’effetto del blocco dei tributi previsto dalla legge di stabilità 2016, che congela per un
anno gli «aumenti» di aliquote e tariffe dei tributi e delle addizionali, ad eccezione della
Tari. Solo per gli enti locali che abbiano deliberato il predissesto o il dissesto rimane la
possibilità di deliberare aumenti.
In particolare i giudici contabili hanno chiarito che il blocco si applica anche nel caso di
istituzione di nuovi tributi (addizionale comunale Irpef, imposta di scopo e ora anche
imposta di soggiorno o di sbarco), poiché non è possibile un’interpretazione letterale della
norma, riferita agli «aumenti», ma occorre guardare alla ratio della stessa, che è quella di
rendere statica la situazione della fiscalità locale (Corte dei Conti Lombardia, delibera n.
74 del 16 ottobre 2008).
Inoltre il blocco si applica agli aumenti indiretti, cioè all’eliminazione o attenuazione di
agevolazioni già concesse in precedenza, modifiche che finiscono per aggravare il
trattamento fiscale complessivo, trattandosi di aumenti in senso sostanziale (Corte dei
Conti Marche delibera n. 1 del 16 gennaio 2009, Corte dei Conti Piemonte delibera n. 9 del
17 marzo 2009). Non è pertanto possibile, ad esempio, eliminare l’aliquota agevolata Imu,
oppure introdurre la categoria speciale con maggiorazione delle tariffe sulla pubblicità
(articolo 4 del Dlgs 507/93) o eliminare la soglia di esenzione al di sotto della quale
l’addizionale comunale Irpef non è dovuta.
Le entrate di natura extratributaria, come il Cosap (canone per l’occupazione di spazi ed
aree pubbliche), sono invece fuori dal blocco. La Corte Costituzionale ha invece ritenuto il
canone di pubblicità un tributo, e quindi anche questo soggiace al blocco. Non rientra nel
blocco invece la delibera di determinazione del valore venale delle aree fabbricabili,
trattandosi di intervento che dipende dall’andamento dei prezzi di mercato più che da
decisioni autonome dall’ente.
Giuseppe Debenedetto - Pasquale Mirto