congedo paternità se madre è lavoratrice autonoma

[tyla]

Se parliamo di lavoratrici autonome (stralcio da http://www.inps.it/portale/default.aspx?lastMenu=5689)

LAVORATRICI AUTONOME
L’indennità di maternità (artt. 66 e seguenti del T.U.) è riconosciuta alle lavoratrici autonome per i due mesi precedenti la data del parto e per i tre mesi successivi alla data medesima.
In caso di adozione o affidamento nazionale di minore di cui alla legge 184/1983 spetta per i 5 mesi successivi all’effettivo ingresso in famiglia del minore adottato o affidato preadottivamente nonché per il giorno dell’ingresso stesso.
Per le adozioni o gli affidamenti preadottivi internazionali di cui alla legge 184/1983 la lavoratrice ha diritto ad un’indennità par a 5 mesi per i periodi e secondo quanto previsto dall’art.26 del T.U.
In caso di affidamento non preadottivo di cui alla legge 184/1983 l’indennità spetta per un periodo di 3 mesi da fruire, anche in modo frazionato, entro l’arco temporale di 5 mesi dalla data di affidamento del minore.

L'indennità non comporta comunque obbligo di astensione dall'attività lavorativa autonoma.

Sic est.

Se invece si tratta di lavoratrici o libere professioniste iscritte alla gestione separata Inps, pur non essendo obbligate all'astensione, per loro la permanenza al lavoro comporta la perdita del diritto all’indennità di maternità.

Comunque, tornando alla domanda del post iniziale:
Alla luce delle recenti disposizioni sopra citate un dipendente pubblico, può fruire del congedo di paternità visto che la moglie è lavoratrice autonoma?

Considerato che la condizione di lavoratrice autonoma non è di per sè impeditiva al riconoscimento dell'indennità di maternità, direi che la soluzione è che la madre richieda trattamento Inps e che, in caso di infermità, l'eventuale congedo riconoscibile al padre non costituisca duplicazione del beneficio (leggi: valutare a tempo debito accertamento presso Istituto previd.).

[Anna 2015]

Grazie